COVID-19: non abbassiamo la guardia! La posizione delle società scientifiche
Emergenza Covid-19
COVID-19: non abbassiamo la guardia! La posizione delle società scientifiche
Anche se abbiamo ricominciato a viaggiare, a incontrare amici e parenti, ad uscire e a riprenderci parte della nostra quotidianità, il Covid-19 resta una minaccia pericolosa visti gli ultimi focolai a livello nazionale.
Diverse società scientifiche, come SIMG, SIGOT, SID, SIAARTI, hanno appoggiato l’appello degli infettivologi della Simit a mantenere alta la guardia sui rischi e sull’ importanza delle misure di sicurezza ancora più in questi mesi estivi.
La loro posizione è stata ben spiegata in una lettera aperta che ha “risposto” al Manifesto dei 10 colleghi dello scorso 20 giugno.
Nella lettera, gli infettivologi hanno sottolineato che è solo grazie alle misure di contenimento adottate con il lockdown che è stato possibile arrestare la progressione dell’ondata epidemica. Il virus non è cambiato o non sta cambiando, le evidenze scientifiche attualmente disponibili indicano nella risposta immunitaria individuale l’elemento determinante nel condizionare il decorso della malattia.
Non è il virus ad essere più o meno ‘aggressivo’, ma è il singolo ospite umano in grado, più o meno, di difendersi.
Affermare che il rischio pandemico sia cessato potrebbe portare solo a disorientamento e indurre nella popolazione a non seguire più le indicazioni di contenimento che devono essere mantenute.
Le società scientifiche si sono unite per far fronte comune. I numeri potrebbero far pensare a una conclusione della pandemia: in realtà, si sta assistendo ad una fase diversa, comunque attesa dalla comunità scientifica; un secondo ciclo endemico, caratterizzato da modalità di manifestazione differenti da prima.
È importante diffondere sempre una comunicazione chiara e seguita da evidenze scientifiche ed è questo che chiedono le comunità scientifiche ai propri colleghi.
Le misure di distanziamento sociale e di contenimento dei contagi hanno determinato il controllo di una pandemia che stava diventando incontrollata nel nostro paese.
Il fatto che la presentazione clinica della malattia in questi ultimi mesi sia stata modificata è un buon motivo per convincerci a continuare nella sorveglianza, nel distanziamento e nell’atteggiamento prudenziale.