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Reumatologia: il Tar del Piemonte dice no all’uso di un solo biosimilare

Bocciata la proposta sull’acquisto di un solo biosimilare per la cura di alcune patologie reumatiche avanzata dalle regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Lazio, Sardegna e Veneto. Il ricorso della Sir (Società italiana di reumatologia) ha così difatti impedito quello che è stato definito dagli esperti un tentativo di monopolio inaccettabile.

 

BOCCIATA LA PROPOSTA SULL’ACQUISTO DI UN SOLO BIOSIMILARE PER LA CURA DI ALCUNE PATOLOGIE REUMATICHE

Le cinque regioni si erano trovate di comune accordo nell’istituire una gara sovraregionale per la fornitura di adalimumab, utilizzato per artrite reumatoide, psoriasica e morbo di Crohn. Ribadendo la posizione favorevole verso i biosimilari, farmaci considerati sicuri ed efficaci, gli esperti hanno tenuto a spiegare l’importanza di mantenere anche il farmaco originator; ad esempio, per i pazienti in cura da anni cambiare terapia porterebbe con sé un rischio troppo elevato, sia di natura collaterale che a livello della stessa efficacia.

La prescrizione medica e la responsabilità che ne deriva sono a carico del medico che persegue l’obiettivo morale ed etico di curare il proprio paziente; l’offerta ampia dei biosimilari mette a rischio questo atto, figurando uno scenario in cui i pazienti si affidano all’offerta di farmaci sempre meno costosi, cambiando terapia solo sulla base di una decisione di natura vantaggiosa in termini economici.

Il presidente uscente della Sir, Mauro Galeazzi, ha precisato che è prossimo un incontro anche con Aifa per discutere di quanto avvenuto. La libertà e adeguatezza prescrittiva sono state riconosciute come principi fondamentali che non devono in alcun modo venire a mancare o essere messi in disparte rispetto a scelte basate unicamente su ragioni di tipo economico.