Mascherine: facciamo chiarezza

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Mascherine: facciamo chiarezza.

 

Sono molte le notizie presenti su internet riguardanti l’utilizzo delle mascherine ma a chi possiamo effettivamente affidarci per capire il loro corretto utilizzo?

Nel sito del Ministero della Salute sono presenti alcune raccomandazioni dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – su quando e come indossare la mascherina.

L’OMS raccomanda l’utilizzo della mascherina in due casi: se sospetti di aver contratto il Coronavirus e si presentano sintomi come tosse o starnuti e se ci si prende cura di una persona che lo ha contratto.

Si chiarisce inoltre, come la mascherina, il cui obiettivo è quello di limitare la diffusione del virus, deve esser utilizzata prendendo le misure cautelari di igiene respiratorie e di norme di igiene delle mani:

  1. Lavarsi le mani con acqua e sapone o con una soluzione alcolica prima di indossarla.
  2. Coprire il naso e la bocca con la mascherina integra, cercando di non toccarla con le mani.
  3. Toglierla quando diventa umida, prendendola dall’elastico, gettandola in un sacchetto e lavandosi le mani.

Le mascherine però non sono tutte uguali.

Le mascherine chirurgiche

Le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici a tutti gli effetti. Il marchio CE indica la conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza e sono indicate per le persone comuni che:

  • presentano sintomi quali tosse o starnuti
  • lavorano per attività di prima necessità come la vendita dei beni alimentari

L’utilizzo di queste mascherine consente di proteggere chi le indossa dal possibile contagio e nello stesso tempo proteggere le persone nelle vicinanze.

Le mascherine Ffp2 e Ffp3

Le mascherine Ffp2 e Ffp3 sono dispositivi di protezione che filtrano il 98% e il 99% delle particelle che entrano e ciò significa che proteggono solo chi le indossa. Questa tipologia di mascherine è riservata ad uso professionale; per gli operatori che si trovano direttamente con pazienti positivi.


Impariamo a utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale.

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Impariamo a utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale.

 

La video guida realizzata in collaborazione con l’OMS per garantire le precauzioni da contatto e droplet con i dispositivi di protezione individuale.

A spiegarcelo nel video è Benedetta Allegranzi, dirigente del programma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la prevenzione e il controllo delle infezioni.

Video a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.


Ridurre gli spostamenti anche con la ricetta elettronica

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 Ridurre gli spostamenti anche con la ricetta elettronica

Un’ordinanza firmata dal Capo dipartimento della Protezione civile permette ai cittadini di evitare l’affollamento dal proprio medico di base e disporre della ricetta elettronica. Un modo per ridurre gli spostamenti e favorire sia il cittadino sia il SSN.

Con un comunicato, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato questa direzione intrapresa con un’ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile. Nel documento si consente ai cittadini di ottenere dal proprio medico il “numero di ricetta elettronica”, senza aver più la necessità di ritirare fisicamente, e portare in farmacia, il promemoria cartaceo.

“Dobbiamo fare di tutto per limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del virus Covid-19. Puntiamo con forza sulla ricetta medica via email, telefonata del medico o con messaggio sul telefono. Un passo avanti tecnologico che rende più efficiente tutto il Servizio sanitario nazionale”, ha commentato Roberto Speranza. “Si tratta di un’ulteriore misura che viene incontro alla necessità di limitare la circolazione dei cittadini e di arrestare i contagi del nuovo coronavirus”.

La misura è sicuramente utilissima per ridurre spostamenti: ma come si può ottenere questa “ricetta dematerializzata”?

L’ordinanza recita:

“al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico prescrittore, l’assistito può chiedere al medico il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l’acquisizione del numero di ricetta elettronica tramite:

  1. a) trasmissione del promemoria in allegato a messaggio di posta elettronica, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore la casella di posta elettronica certificata (PEC) o quella di posta elettronica ordinaria (Peo);
  2. b) comunicazione del numero di ricetta elettronica con sms o con applicazione per telefonia mobile che consente lo scambio di messaggi e immagini, laddove l’assistito indichi al medico prescrittore il numero di telefono mobile;
  3. c) comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di Ricetta Elettronica laddove l’assistito indichi al medesimo medico il numero telefonico.

Il sistema, valido per le ricette bianche, è quindi adatto anche ad anziani poco avvezzi al cellullare e persone che non hanno un indirizzo di posta elettronica.

Esistono tuttavia delle differenze territoriali. La dematerializzazione della ricetta, infatti, è stata estesa a tutta l’Italia sempre nell’autonomia delle singole regioni, alcune già attive al riguardo. In Veneto, per esempio, il sistema è ancora più avanzato poiché prevede il caricamento del codice sul fascicolo sanitario elettronico da parte del medico. Il paziente può quindi recarsi in farmacia, consegnare al farmacista la tessera sanitaria e nient’altro. In altre regioni, invece, il codice viene consegnato al farmacista che stampa la ricetta in tempo reale.

Le regioni che a oggi hanno sistemi di dematerializzazione sono: Lombardia (stampa in farmacia presentando il Numero di Ricetta Elettronica), Veneto (ricette e certificati online tramite codice fiscale), Emilia-Romagna (ci si presenta in farmacia con il NRE e il codice fiscale), Toscana (stampa in farmacia con NRE), Lazio, Abruzzo e Sardegna.

La stessa ordinanza regolamenta anche altri aspetti della vendita/distribuzione ei farmaci in farmacia e Asl, come per esempio per i malati cronici con controllo costante dei pazienti.


Coronavirus: dal Ministero della Salute i consigli per i viaggiatori.

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Coronavirus: dal Ministero della Salute i consigli per i viaggiatori. 

 

Nel sito del Ministero della Salute è presente un portale dedicato al Coronavirus con l’obiettivo di dare una corretta informazione ai cittadini e contrastare le fake news presenti su internet.  Oltre alle pagine e ai video di informazione riguardanti il virus, il Ministero della Salute ha attivato il numero gratuito 1500: gli operatori, 24 ore su 24, rispondono alle molte domande dei cittadini.  Tra gli argomenti trattati dagli operatori, si parla di: precauzioni da adottare per proteggersi dal contagio, modalità di trasmissione, periodo di incubazione del virus, sintomatologia, precauzioni per chi viaggia da e per la Cina o per chi vi soggiorna per motivi di studio o di lavoro.

Ed è proprio per i viaggiatori che il Ministero della Salute vuole fornire alcuni consigli utili per ridurne l’esposizione del virus e l’eventuale trasmissione.

In particolare, per il viaggio di andata, raccomanda ai viaggiatori di:

  • Vaccinarsi contro l’influenza 2 settimane prima. In modo da facilitare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti.
  • Posticipare i viaggi previsti nelle aree colpite della Cina.
  • Evitare il contatto diretto delle persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
  • Lavarsi spesso le mani.
  • Evitare i mercati ittici o di animali vivi.
  • Evitare il contatto con animali da allevamento o selvatici sia vivi che morti.
  • Attuare un’igiene respiratoria in presenza di sintomi di infezione respiratoria acuta. Evitare contatti ravvicinati, coprire starnuti e colpi di tosse con un fazzoletto, preferibilmente monouso, indossare una maschera chirurgica e lavarsi le mani.

Per il viaggio di ritorno:

  • Contattare Ambasciata o consolato, in caso non si è cittadini italiani
  • Contattare il numero gratuito 1500 se nel ritorno da aree a rischio e dopo 2 settimane si dovessero presentare i seguenti rischi respiratori come febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie.
  • Per gli studenti di qualsiasi nazionalità al rientro nelle scuole italiane dalle città colpite della Cina viene attivato il monitoraggio attivo e quotidiano dei sintomi e in tutti casi viene proposta e favorita l’adozione della permanenza volontaria, fiduciaria, a domicilio, fino al completamento del periodo di 14 giorni.