HEALTH AND WELLNESS

Un matrimonio felice? Chiedilo ai tuoi geni

Uno studio della Yale School of Public Health, pubblicato sulla rivista scientifica Plos one, suggerisce la correlazione tra la presenza nel DNA di una specifica variazione genetica e la felicità del matrimonio. Il gene in questione è noto come “ormone dell’amore” o “molecola della fedeltà” e rappresenta, in termini scientifici, il gene collegato alla produzione dell’ossitocina, ovvero il neurotrasmettitore responsabile della felicità.

Durante questo studio è stato chiesto a 178 coppie sposate, di età compresa tra i 35 anni e i 90 anni, di completare individualmente un sondaggio sullo stato di salute del proprio matrimonio basandosi su quanto si sentissero fiduciosi e soddisfatti della relazione; al termine dell’intervista è stato prelevato un campione di saliva di ciascun partecipante per una analisi genetica.

IL GENE IN QUESTIONE È NOTO COME “L’ORMONE DELL’AMORE” O “MOLECOLA DELLA FEDELTÀ

La variazione genetica ricercata, l’Oxtr rs53576, precedentemente associata a tratti positivi della personalità, come la stabilità emotiva, l’empatia e la socievolezza, in questo studio è stata correlata per la prima volta anche alla soddisfazione coniugale.

Emerge che entrambi i partner riportano una maggiore soddisfazione e senso di sicurezza nella propria relazione quando almeno uno dei due presenta la variante genetica dell’ossitocina.

Dai risultati del sondaggio è emerso infatti che il 4% dei livelli di soddisfazione del matrimonio dipenderebbe proprio da questa variazione genetica. Una percentuale piccola ma significativa se si prendono in considerazione tutti gli altri fattori genetici e ambientali che entrano a far parte della vita di coppia. Il team scientifico ha anche scoperto che le persone che presentano questa variante genetica hanno una minor probabilità di presentare un attaccamento ansioso verso il proprio partner.

“Questo studio fornisce dei dati preliminari e va a contribuire ulteriormente alla comprensione dei fattori genetici che modulano il comportamento sociale- conclude Pietro Pietrin, neuroscienziato, psichiatra e direttore della Scuola Imt Alti Studi di Lucca; – ciò che va sottolineato è il fatto che geni e ambiente non siano indipendenti, ma si influenzano a vicenda in una stretta interazione e cooperazione per dar forma a un individuo”.